Il 1° gennaio saliranno dell'1,5% i pedaggi di gran parte delle autostrade italiane: lo ha comunicato il ministero delle Infrastrutture. L'adeguamento tariffario, pari all'indice di inflazione programmata per l'anno prossimo, riguarderà le concessionarie per le quali è in corso la procedura di aggiornamento dei piani economico-finanziari. Stando alla nota del dicastero, il governo ha cercato di “congelare i pedaggi” fino alla definizione dei nuovi piani: sforzo vanificato dalla sentenza contraria della Corte Costituzionale. A ottobre 2025, infatti, la Consulta ha determinato la legittimità degli aumenti tariffari più volte bloccati dall'esecutivo: le disposizioni che hanno rinviato i termini per l'adeguamento dei pedaggi per gli anni 2020, 2021, 2022 e 2023, in attesa dell'aggiornamento dei piani, sono costituzionalmente illegittime. Ecco le variazioni in dettaglio:
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L'1 gennaio entreranno in vigore le disposizioni in materia di accise sui carburanti per autotrazione. È previsto l'allineamento delle tasse su benzina e gasolio, fissate a 672,9 euro per 1.000 litri. Questo comporterà una riduzione di 4,05 centesimi di euro al litro sulla verde, che diventano 4,94 centesimi con Iva 22%. In parallelo, scatterà un aumento di 4,05 centesimi sul diesel, ossia 4,94 centesimi con Iva. Lo ha deciso il governo, dietro pressione dell'Unione europea, che intende eliminare i sussidi ambientalmente dannosi: tradotto, basta con le agevolazioni a favore del gasolio. Si avrà così la parità a 67,29 centesimi. Non un gioco a somma pari, perché in Italia circolano circa 15 milioni di auto a gasolio contro 14 milioni a benzina. Le diesel percorrono 12.640 km/anno (commerciali e flotte sfondano i 20.000 km), mentre quelle a benzina si fermano a 7.000 km/anno.
La Manovra 2026 tocca anche due polizze accessorie facoltative, che sono un'aggiunta eventuale alla RC Auto obbligatoria: le tasse sull'assicurazione Infortuni del conducente salirebbero dal 2,5% al 12,5%, e quelle sull'Assistenza stradale dal 10% al 12,5%.