L'unica notizia positiva, si fa per dire, è che rispetto al complesso delle entrate tributarie nazionali, la motorizzazione pesa un po' meno, il 13,4% rispetto al 13,6% del 2023. Ma solo perché il gettito delle altre tasse e imposte è aumentato un po' di più. Complessivamente, infatti, le entrate tributarie nazionali sono cresciute, tra il 2023 e il 2024, del 5,6% contro una crescita del comparto auto, come detto, di appena, si fa per dire, il 4,5%.
Ad aumentare di più, l'anno scorso, è stato il gettito Iva su manutenzione, riparazione, ricambi, pneumatici e accessori, aumentato del 15,5% a 14,05 miliardi di euro. A seguire, gli incrementi più alti hanno riguardato le assicurazioni Rc auto e coperture accessorie (+7,5% a 4,14 miliardi) e l'Ipt, la famigerata Imposta provinciale di trascrizione sull'acquisto di veicoli nuovi e usati (+6,6% a 1,88 miliardi di euro).
In valore assoluto, la fonte di ricavi più importanti, per le casse dello Stato e degli enti locali, sono i carburanti (39,73 miliardi di euro, +0,9%), che da sola vale quasi il 48% del gettito complessivo.
Guardando al 2025, secondo l'associazione guidata da Roberto Vavassori, il carico fiscale sulla motorizzazione dovrebbe rimanere stabile a 83 miliardi (-0,1%), anche considerando che, secondo le ultime previsioni, il mercato auto chiuderà l'anno con una contrazione intorno al 2,5% sul 2024.
Fonte: Anfia - Dati in miliardi di euro