Un 2024 difficile per la componentistica italiana


Data inizio: 15-10-2025 - Data Fine: 15-12-2025


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Il 2024 è stato un anno decisamente negativo per la filiera italiana della componentistica. Secondo l'ultimo Osservatorio della Camera di commercio di Torino e dell'Anfia, il fatturato delle 2.134 aziende del settore è sceso del 6% a 55,5 miliardi di euro. Si tratta del primo calo dopo tre anni consecutivi di crescita, a dimostrazione degli effetti della crisi delle quattro ruote sui nostri produttori di componenti. 

Il caso Piemonte

Il calo è generalizzato: -8,2% per i fornitori di moduli e integratori di sistemi, -7% per gli specialisti, - 6,8% per i subfornitori delle lavorazioni, -3,8% per E&D (Engineering and Development) e -3,7% per i subfornitori. In controtendenza solo motorsport (+1,2%) e aftermarket (+0,6%). Male anche l'occupazione, scesa dello 0,7% a 168.085 addetti a causa soprattutto delle flessioni tra sistemisti e modulisti (-2,7%) e subfornitori (-2,5%). In tale contesto, sono di particolare rilevanza i numeri del Piemonte, la prima regione italiana del comparto con il 35,8% del fatturato e il 35,5% dei lavoratori: i ricavi, pari a 19,9 miliardi, sono scesi del 5,6%, in linea con la media nazionale, ma la contrazione degli addetti è più marcata (-2,4%).

Un 2025 negativo

Dunque, la filiera si trova in una fase critica, ancor di più alla luce dei segnali di crescente pessimismo sul 2025. Solo il 20% delle imprese prevede un aumento del fatturato, mentre il 63% stima una riduzione. Le difficoltà maggiori riguardano gli ordinativi interni, stimati in calo nel 60% dei casi, e le vendite all'estero, ridotte per il 55% degli operatori. Non sono rosee nemmeno le aspettative sul fronte occupazionale: il 53% prevede tagli al personale (nel 2024 la percentuale era al 33%), con il 29% delle imprese pronte a riduzioni superiori al 10%. Anche le imprese piemontesi segnalano un peggioramento diffuso di tutti i principali indicatori economici, con cali marcati di fatturato, ordinativi e occupazione, e con previsioni peggiori rispetto all'insieme delle imprese italiane.

Bisogna cambiare rotta

Il quadro negativo spinge Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia, a rimarcare la richiesta alle istituzioni per un cambio di rotta sul fronte della transizione energetica. "La formula attuale, che segue un approccio mono-tecnologico centrato sull'elettrico sta danneggiando i componentisti europei", spiega Stella, auspicando che la revisione dei regolamenti sulle emissioni "vada nella direzione di un approccio tecnologicamente neutrale, che valorizzi il contributo dei carburanti carbon neutral". Inoltre, la transizione deve "essere accompagnata da adeguate e proporzionate misure di protezione della manifattura europea”.




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