L'idea – che non è del tutto nuova – è della CityTransformer, società israeliana che punta a industrializzare un prodotto dalle caratteristiche tecniche davvero curiose. La CT2 è un veicolo elettrico omologato nella categoria L7e, il che le consente di viaggiare fino a 90 km/h in modalità Performance, e poi parcheggiare nello spazio di una moto grazie alla modalità City.
Un concetto che sembra vincente: massima efficienza negli spostamenti quotidiani, minore occupazione del suolo pubblico, protezione dalle intemperie e una velocità che consente di non fare da tappo al traffico automobilistico.
La sua arma segreta è la larghezza variabile della carreggiata, funzione che sfrutta un sistema idraulico attivabile in marcia sotto i 30 km/h. La larghezza minima è di 1 metro, come uno scooter; poi basta un comando per allargarsi a 1,4 metri, garantendo stabilità e sicurezza anche a velocità più alte.
La CT2 per ora è un prototipo realizzato dalla torinese Cecomp, azienda storica del panorama automobilistico, che si occuperà anche della produzione in massa qualora CityTransformer troverà gli investimenti necessari.
All'interno ci sono due posti in fila (quello posteriore è più d'emergenza) e un bagagliaio sufficiente per zaini, trolley o la spesa quotidiana.
Alla guida la CT2 sorprende, specie considerando che il veicolo non è in forma definitiva: lo scatto immediato dell'elettrico si unisce a una solidità che dona sicurezza. CityTransformer punta a renderlo presente in massa nelle città, anche con guida autonoma.
Restano da definire alcuni aspetti, come l'affidabilità dei leveraggi dei due assi e il prezzo, per ora non comunicato. Un concetto di mobilità urbana nato per risparmiare spazio e tempo, ridurre emissioni e costi di gestione, anche sociali.