La prima E-Car europea - VIDEO


Data inizio: 06-10-2025 - Data Fine: 06-12-2025


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Il piccolo oggetto dalle forme compatte e squadrate che vedete in queste foto rischia di avere una portata storica per l'industria dell'auto europea: risponde al nome di Dacia Hipster Concept e anticipa le forme di una possibile piccola cittadina da tre metri di lunghezza e quattro posti, con cui il marchio romeno intende (ri)aprire il mercato dell'auto a tutto un pezzo di pubblico che oggi non vi ha accesso. Elettrica, democratica, sostenibile, coraggiosissima: il suo profilo assomiglia tremendamente a quello della E-Car, possibile equivalente europeo delle kei car giapponesi per cui Bruxelles potrebbe studiare una categoria omologativa ad hoc.

Urbana per natura

Frutto di una ricerca orientata alla massima essenzialità – condotta dietro le quinte mentre Luca de Meo, ex CEO di Renault, sosteneva pubblicamente la causa di una piccola europea a metà tra quadricicli e automobili – la Hipster nasce per offrire una risposta concreta alle esigenze della mobilità urbana.

Compatta ma funzionale, misura 3,00 metri di lunghezza, 1,55 di larghezza e 1,53 di altezza, garantendo spazio per quattro persone e un bagagliaio che, seppur ridotto con i sedili in posizione (70 litri), raggiunge 500 litri abbattendo quelli posteriori.

Il peso? Solo 800 kg, circa il 20% in meno rispetto alla Dacia Spring. Questo significa minore consumo di materie prime, meno energia per la produzione e ridotti consumi su strada, rendendo la Hipster una scelta sostenibile e intelligente per chi vive in città.

Un nuovo segmento

Al momento Dacia non ha rivelato dettagli sulla batteria della Hipster, limitandosi a sottolineare che il 94% degli automobilisti francesi percorre meno di 40 km al giorno. In un utilizzo prettamente urbano, questo significa che la ricarica sarà necessaria circa due volte a settimana.

Design geometrico

La Hipster si presenta come un solido geometrico, semplice e robusto, con le ruote posizionate ai quattro angoli per sbalzi praticamente azzerati. Questo approccio minimalista si riflette nel linguaggio stilistico: il frontale è caratterizzato da una fascia trasparente orizzontale che integra i gruppi ottici.

La stessa soluzione si ritrova al posteriore, dove il lunotto a tutta larghezza si apre indipendentemente dal portellone a ribaltina e funge anche da trasparente per le luci posteriori. Risultato? Niente calotte per i fari, meno componenti, riduzione di costi, peso ed energia.

Un altro esempio di semplicità funzionale: le maniglie sostituite da cinghie, più leggere e meno costose, ma perfettamente efficaci.

Gli interni

Salire a bordo della Hipster sorprende per lo spazio interno, merito dei finestrini scorrevoli, del parabrezza verticale e della parte anteriore del tetto in vetro, che garantisce una luminosità eccezionale.

Il resto è il trionfo dell'essenziale: al posto del sistema multimediale trovi una docking station per smartphone, mentre 11 punti d'attacco Youclip permettono di installare accessori a richiesta, come cassa Bluetooth, braccioli e plafoniera.

E la comodità? Davanti l'abitabilità è identica alla Sandero, dietro l'accesso è agevole grazie alla portiera lunga, e lo spazio per le gambe è garantito dalla struttura essenziale dei sedili anteriori, che non rubano spazio. La loro configurazione a panchetta richiama le auto popolari che hanno fatto la storia.




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