La filiera italiana al governo: "Servono interventi urgenti"


Data inizio: 26-09-2025 - Data Fine: 26-11-2025


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Per la prima volta negli ultimi anni, l'intera filiera dell'auto italiana si unisce per chiedere interventi urgenti al Governo contro la crisi del settore automotive. Aci, Anfia, Aniasa, Federauto, Motus-E e Unrae hanno inviato una lettera alle istituzioni per sollecitare misure concrete e proporre soluzioni condivise per rilanciare il comparto delle quattro ruote.

Le richieste delle associazioni

La missiva è stata indirizzata alla Presidenza del Consiglio, ai principali ministeri, alle commissioni parlamentari, alla Conferenza Stato-Regioni e alla Conferenza Unificata Anci.
«Presentiamo a voce unificata le istanze dell'intera filiera», ha spiegato Roberto Pietrantonio, presidente Unrae.
Secondo le associazioni, il settore vive una crisi senza precedenti, aggravata da:

  • Mercato stagnante
  • Produzione nazionale ai minimi storici
  • Parco auto circolante sempre più vecchio
  • Rallentamento della transizione ecologica

Le priorità indicate sono: stabilità e chiarezza sugli incentivi auto, un piano nazionale per le infrastrutture di ricarica, riforma della fiscalità in linea con l'Europa, sostegno alla filiera industriale e artigianale, e una valorizzazione culturale dell'automobile. «L'Italia non può restare indietro: l'auto deve tornare a essere un motore di progresso e innovazione», ha aggiunto Pietrantonio.

Un segnale di unità per il settore

L'iniziativa, definita da Andrea Levy (organizzatore del Salone dell'Auto di Torino) come «un segnale importante di fare sistema», è stata presentata durante una conferenza stampa nell'ambito dell'evento torinese.
Roberto Valvassori, presidente Anfia, ha criticato l'esito del recente Dialogo Strategico e ha invocato una discontinuità radicale:
«Se continuiamo con l'inazione, il destino è segnato. Serve il coraggio di cambiare rotta. La ricetta è nel rapporto Draghi: basta adottarla».

Incentivi, fiscalità ed elettrico: cosa serve

Massimo Artusi (Federauto) ha chiesto una riforma degli incentivi auto, giudicati inefficaci nella forma attuale: «Non funzionano più e creano squilibri tra consumatori, concessionari e costruttori». Anche Alberto Viano (Aniasa) ha ribadito la necessità di una riforma fiscale per il settore auto. Fabio Pressi (Motus-E) ha posto l'accento sulla mobilità elettrica, chiedendo:

  • Tariffe energetiche sostenibili per gli operatori di ricarica
  • Più colonnine e aggiornamento delle infrastrutture
  • Interoperabilità delle reti di ricarica

«Bisogna creare un ecosistema integrato: mondi che non si parlano non funzioneranno mai», ha concluso Pressi.

Un segnale importante. L'iniziativa delle associazioni, che Andrea Levy, organizzatore del Salone dell'Auto di Torino, ha descritto come un "segnale di quanto sia importante fare sistema", è stata presentata al termine di una conferenza stampa organizzata nel quadro proprio dell'evento sabaudo. Alla tavola, moderata dal nostro direttore Alessandro Lago, hanno partecipato tutti i rappresentanti delle associazioni, che hanno così colto l'occasione per rimarcare la loro posizione sui temi caldi del momento. Per esempio, Roberto Valvassori, presidente dell'Anfia, ha ribadito la sua delusione per l'esito del recente Dialogo Strategico e ha quindi rilanciato la richiesta di correggere la rotta: "L'industria dell'auto è ancora viva in Europa, ma è diventa fragile, colpita da chi pensava di difenderla partendo da presupposti che si sono rivelati fallaci. Se proseguiamo sulla strada dell'inazione e dell'ignavia e non teniamo conto degli attacchi nordamericani e cinesi, se continuiamo come Europa a proseguire senza avere il coraggio di tornare indietro il destino è segnato. Se invece avremo il coraggio di creare una forte discontinuità, allora ce la possiamo fare". E questa discontinuità è rappresentata dal rapporto Draghi. "La ricetta l'ha scritta Draghi, non c'è bisogno i fare altre analisi, basta adottare la cura di Draghi", ha avvertito Vavassori. 

Le azioni da mettere in campo. Anche Massimo Artusi di Federauto non ha mancato di criticare le istituzioni ("abbiamo bisogno di raddrizzare il tiro delle normative europee e italiane") , insistendo, tra l'altro, su una riforma degli incentivi, quantomeno nella forma attuale e del passato: "Sono uno strumento che ormai non attecchisce sul mercato, produce degli scompensi ai consumatori, ai concessionari e ai costruttori". Inoltre, Artusi ha chiesto ancora una volta, al pari del presidente dell'Aniasa, Alberto Viano, una riforma della fiscalità dell'auto. Fabio Pressi, presidente di Modus-E ha aggiunto ulteriori iniziative, specifiche per la mobilità elettrica. A suo avviso, infatti, il governo dovrebbe agire sul campo energetico per evitare che gli operatori della ricarica paghino "tariffe da industrie energivore". Inoltre, sarebbe necessario non solo aumentare il numero delle colonnine e, al contempo, di utilizzatori, (ossia di elettriche in circolazione) ma anche aggiornare le stesse infrastrutture di ricarica, tra le "poche reti tecnologiche a mancare di interoperabilità". Insomma, "bisogna creare un ecosistema perché mondi che non si parlano non funzioneranno mai". 




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