Era il 1993 e la Nissan Micra seconda serie aveva appena vinto - prima fra le giap - il titolo di Auto dell'anno. Io ero un bimbo, ma ricordo come fosse ieri l'acquisto di mio nonno: dopo aver valutato una serie di utilitarie europee, scelse una 1.3 SLX cinque porte bianca. Convinto non soltanto dal design, ma anche da un corredo di serie completissimo: all'epoca, alzacristalli elettrici e servosterzo non erano certo diffusi, in quel segmento.
Sono passati più di 20 anni da allora ma la Micra, giunta alla sesta generazione, riesce ancora a far parlare di sé. In un contesto completamente diverso, ovvio: adesso è soltanto elettrica e sfrutta la piattaforma AmpR Small della Renault 5. Ma ha ancora qualcosa da dire, anche a batteria. Con un listino... non troppo da citycar: se è vero che si sta tra i 29.500 e i 36.400 euro (qui trovate tutti i prezzi), grazie agli incentivi si scende a 18.500-25.400. Con 10 anni di garanzia, se fai i tagliandi in Nissan (8 li hai comunque sulla batteria). La nuova Nissan Micra concessionaria da febbraio.
La nuova Micra è lunga 3,97 metri, alta 1,50, larga 1,83 e ha un passo di 2,54 metri. Abbracciando l'elettrificazione, la Micra è decisamente figlia del suo tempo. Prima di tutto, in termini di design: il Centro stile Nissan di Londra è riuscito a dissimulare quanto basta la parentela con la R5, soprattutto nello sguardo - grazie all'escamotage dei gruppi ottici orizzontali circondati da due semicerchi di Led - e nel posteriore, dove si ritrovano gli stessi stilemi.
Di lato si avverte di più il fil rouge con la parente transalpina, ma alcuni easter egg rimarcano le sottili differenze: Monte Fuji (con il Sol Levante) sul tunnel, tra i sedili anteriori, e un paio di ideogrammi sullo sportellino che cela la presa di ricarica. Le barrette verticali simboleggiano il numero due, che in giapponese si dice “NI”, mentre quelle orizzontali indicano il tre, che si pronuncia “SAN”.
Dentro, è quasi superfluo ricordarlo, la Micra somiglia in tutto e per tutto alla "Cinq". Nel design della plancia, certo, ma pure nella tecnologia. Due gli schermi (da 10,1 pollici) per pannello strumenti (riconfigurabile) e infotainment, basato su Google (non sulla base). C'è Maps, che prevede pure la funzione di pianificazione dell'itinerario; c'è Play Store, per scaricare le app preferite; e non mancano nemmeno i comandi vocali (Hey, Google).
Della Renault 5, restano anche i poco pratici comandi sul lato destro del piantone: dall'alto verso il basso, e in pochi centimetri, troviamo il selettore di marcia, il deviotergi e il satellite dell'impianto audio. Lo spazio? Bene davanti, meno dietro, dove non si riescono ad infilare i piedi sotto i sedili. Il bagagliaio dichiarato è di 326 litri, con possibilità di abbattere separatamente, in percentuale 60/40, gli schienali.
Dei due tagli di batteria disponibili (40 kWh, da 122 CV, e 52 kWh, da 150 CV) ho provato quello più grande, che si ricarica a 100 kW in CC (80 kW per il piccolo). Grazie a un diverso design del frontale, secondo la Nissan, la Micra riesce a fendere un filo meglio l'aria rispetto alla Cinq e, quindi, ha un po' di autonomia in più: stando ai dati dichiarati, possiamo contare su una media di 416 km, contro i 410 della francese. Sarà interessante verificare con le nostre strumentazioni se tutto ciò corrisponde a verità.
Il test drive della Nissan Micra si è svolto su strade principalmente dritte (extraurbane e autostrada), ma la sensazione è che, proprio come la cugina, anche la Nissan sappia affrontare a testa alta le curve, grazie pure alle sospensioni multilink del retrotreno. Senza per questo sacrificare troppo il confort. Interessante, poi, la possibilità di sfruttare la guida one pedal feeling, se vi piace. Il soft-tuning di sterzo e sospensioni dovrebbe essere specifico, ma mentirei se vi dicessi di aver notato grosse differenze con la 5. L'importante, comunque, è che l'auto sia piacevole da guidare. E così è.