1) Specchietto.
Il truffatore guida un'auto ferma in attesa al semaforo rosso, accanto alla nostra: ci studia, valutando quanto siamo vulnerabili e fin dove potrà spingersi. Al verde, accelera per qualche decina di metri e si ferma davanti a noi a destra nel primo spazio libero a bordo marciapiede. Appena la nostra auto passa accanto alla sua, ci lancia sulla fiancata un qualsiasi oggetto che simuli il rumore di un contatto tra carrozzerie: di solito un sasso o una pila. Dopodiché, ci insegue, con vari alert costituiti da colpi di abbaglianti e di clacson. Allora accostiamo, scendiamo e il malvivente mostra il presunto danno che — col nostro specchietto destro — avremmo causato al suo specchietto sinistro. Per risolvere al volo la questione, la richiesta di solito è attorno ai 100 euro, evitando la denuncia assicurativa che ci costerebbe un malus: un peggioramento della classe di merito con pesante rincaro della polizza RCA al rinnovo.
2) Tamponamento.
In luoghi come parcheggi, incroci o strade trafficate, il truffatore seleziona la vittima adatta, spesso un utente vulnerabile: una donna o un anziano. Simula un impatto, lanciando un sasso o un altro oggetto contro la propria auto, oppure produce un rumore secco e forte che sembra un tamponamento. Spesso, la vettura ha danni preesistenti sul retro della carrozzeria. Il malfattore ci ferma e, con fare concitato, ci accusa di aver causato l'incidente, mostrando l'ammaccatura. Per evitare di coinvolgere le assicurazioni, propone una soluzione amichevole, sempre attorno a 100 euro.
3) Parcheggio.
Qualcosa di analogo per l'avviso di cortesia, col logo comunale ufficiale, che evidenzia: “Chi paga entro cinque giorni beneficia della riduzione del 30%”. Mediante lo smartphone, utilizzando l'app del mobile banking, si punta una carta conto ricaricabile e si versa il dovuto. Peccato che il destinatario sia un truffatore.
4) Gomma.
Un pedone sulle strisce che attraversa di fronte a noi ci fa segno di stopparci: qualcosa si sarebbe infilato sotto la nostra auto, dalle parti della ruota anteriore sinistra. Il malcapitato scende e, nella migliore delle ipotesi, subisce il furto di qualche oggetto nell'abitacolo; altrimenti, i ladri entrano in macchina e scappano.
5) Ruota a terra.
Qualche “santo protettore” si affianca alla nostra auto e ci dice che lo pneumatico posteriore destro è sgonfio: scendiamo dalla vettura e — come prima — addio a qualcosa di nostro nella macchina o al veicolo stesso.
6) Carrello.
Idem nel parcheggio di un supermercato, dove un carrello vuoto impedisce la nostra retromarcia: scendiamo senza chiudere le porte a chiave, raggiungiamo l'ostacolo per spostarlo e riporlo nel vano dedicato ed ecco che il ladro si infila nel nostro mezzo per fuggire.
7) Il debole.
Innumerevoli i falsi incidenti causati ai danni di pedoni, ciclisti e monopattinisti, ossia degli utenti deboli della strada. Che toccano la nostra auto per poi rotolarsi per terra doloranti. Pur di non subire un aumento RCA e magari dietro la minaccia della revoca a vita della patente (“Hai provocato gravi lesioni fisiche”), il raggirato sborsa le classiche 100 euro e via.
8) Il sofferente.
In lontananza, un soggetto sbraccia chiedendoci aiuto e un passaggio verso un pronto soccorso e di potersi sdraiare sul divano. Una volta dietro, o sgraffigna quanto può o ci rapina a mano armata.
1) QR Code.
Immaginate di recarvi in un parcheggio a pagamento e di voler pagare tramite QR Code, visibile sulla torretta per versare la tariffa di sosta. Come noto a chiunque, la fotocamera dello smartphone inquadra il codice a barre bidimensionale, che reindirizza l'utente a un contenuto specifico. Se tutto è in regola, si “atterra” sul sito web ufficiale per pagare con carta di credito. Ma le cose cambiano qualora un malfattore abbia incollato sulla torretta un QR Code maligno, sovrapponendolo a quello vero: scansionando il codice, si piomba su un sito fraudolento che ruba i dati della carta di credito. I criminali utilizzeranno quelle informazioni per effettuare acquisti online a spese della vittima. Problema identico per i proprietari di auto elettriche o ibride ricaricabili che intendano fare rifornimento a una colonnina, tramite scansione del QR Code.
2) Alert.
I truffatori inviano messaggi SMS o WhatsApp che paiono provenire da un'entità legittima, come un servizio di soccorso stradale. Parole studiate per creare un senso di urgenza e per provocare paura in chi guida. L'alert di un guasto imminente spinge la vittima ad agire d'impulso e a effettuare un pagamento anticipato, col saldo da effettuare quando il carro attrezzi verrà in aiuto sull'itinerario in cui si trova l'automobilista. Che avrà perso il denaro, regalato a una banda di malviventi. Inoltre, esiste la possibilità del furto dei dati della carta di credito che la vittima fornisce o inserisce in un sito web falso. Si rammenti che il pagamento avviene solo dopo l'intervento e tramite il proprio fornitore di servizi.