La normativa Euro 7, approvata lo scorso anno, costringe le Case automobilistiche a tener conto anche delle particelle di scarico rilasciate dai freni. I costruttori stanno quindi studiando possibili soluzioni per ridurle: una di queste potrebbe arrivare da un brevetto depositato dal gruppo Stellantis, che prevede l'introduzione di un rivestimento magnetico all'interno dei freni a tamburo per catturare i residui emessi durante le frenate.
Non funziona sui freni a disco. Il brevetto si applica ai freni a tamburo perché - diversamente da quelli a disco - lavorano in un ambiente sostanzialmente chiuso, dove è possibile cercare di catturare se non tutte, almeno la maggior parte delle particelle ferrose prodotte dallo sfregamento tra ganasce e tamburo. Naturalmente, questo sistema richiede naturalmente di essere pulito a intervalli regolari, operazione che potrebbe essere svolta facilmente in occasione dei tagliandi.
Sono tornati. I freni a tamburo sono molto meno diffusi che in passato, soppiantati quasi del tutto da quelli a disco, che risentono meno dell'utilizzo intensivo. Nelle auto elettriche, tuttavia, con il powertrain che si occupa di gestire la frenata rigenerativa, diversi costruttori sono tornati ai freni a tamburo, almeno per le ruote posteriori: sono più leggeri, economici e offrono una minor resistenza al rotolamento. Con questo sistema, potrebbero anche diventare meno inquinanti.