Martinet: "In arrivo anche le nuove i20 e Bayon full hybrid"


Data inizio: 09-09-2025 - Data Fine: 09-11-2025


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“Va bene l'elettrico, ma in questo momento servono anche le ibride. Perciò, oltre alla Bev, lanceremo presto altre due compatte”. Xavier Martinet, ceo di Hyundai Europa, che abbiamo incontrato a margine del Salone di Monaco, ha le idee chiare: per scalare le classifiche di vendita, la Casa coreana deve assecondare “le due gambe del mercato”. E perciò, insieme al modello di serie che nascerà dalla Concept Three di scena in Baviera, si appresta a rinforzare la fascia bassa dell'offerta puntando sul full hybrid.

La Concept Three di scena a Monaco darà vita a un modello venduto in tutto il mondo, ma dai connotati estetici e tecnici fortemente europei. Secondo lei, la Hyundai ha bisogno di essere un po' più “europea”?

Non so se dobbiamo essere più europei, ma certamente dobbiamo rispondere alle aspettative dei clienti. Qui parliamo di una compatta, e il segmento B è totalmente europeo. Finalmente abbiamo avuto l'opportunità di focalizzare tutto lo sviluppo del modello sulle richieste della clientela locale. In risposta a ciò, la versione di serie arriverà nella primavera prossima con una buona autonomia elettrica, una buona capacità di ricarica e un prezzo centrato. E colmerà il gap tra la Inster e Kona EV, dove ci mancava un prodotto. Quando l'auto sarà sul mercato, saremo così gli unici ad offrire una gamma elettrica completa, dal segmento A all'E.

Avete promesso tre modelli nel segmento B. Questa è l'elettrica, quali sono le altre?

Saranno le nuove generazioni di i20 e Bayon. È qui che dobbiamo lavorare: sui modelli più compatti, che sono molto richiesti. In Europa facciamo bene con la Tucson nel segmento C, ma nel B siamo un po' sottoperformanti. Quest'offensiva di prodotto dovrebbe aiutarci a conquistare clienti sia sul fronte elettrico, sia su quello termico.

Ovviamente saranno ibride…

Full hybrid, per il resto vedremo. Le due gambe del mercato sono queste: full hybrid ed elettrico. In futuro vedremo se l'Unione Europea ci concederà un po' di flessibilità, ma al momento c'è bisogno di queste due tipologie di alimentazione.

Quindi, secondo Lei, si va verso una polarizzazione? E il plug-in o il range extender, di cui si parla tanto oggi anche in chiave futura, rischiano di avere un corto respiro?

I clienti non chiedono un'alimentazione o una tecnologia specifica. Chiedono soluzioni e risposte a bisogni specifici: un tot di autonomia per andare da un punto A a un punto B, una certa capacità di ricarica, una serie di equipaggiamenti a bordo o un dato prezzo finale. Molti non conoscono la differenza tra le varie tipologie di ibrido e noi dobbiamo spiegargli cosa risponde alle loro necessità. Noi, come azienda globale, abbiamo la capacità di sviluppare tutte le tipologie di offerta: mild, full, plug-in hybrid, anche l'idrogeno. In questa fase di transizione dobbiamo aggiustare la produzione in base alle richieste: è complicato, ma siamo abbastanza flessibili. E sulle Erev vorrei aggiungere una cosa…

Prego.

Ok, è interessante. La promessa è di un'auto che marcia in elettrico ma va più lontano grazie a un motore termico che alimenta la batteria. Benissimo: ma qual è il costo? Mettere in una sola macchina progetti tecnologici diversi ha un costo. Phev e Erev possono essere una soluzione per auto di grandi dimensioni, dove c'è modo di assorbire il costo della tecnologia. Forse, per noi, ci saranno opportunità in America, dove lo stile di guida e le esigenze sono diversi. Ma al momento, ibrido e EV sono i due pilastri fondamentali. E sono le tecnologie che stiamo sviluppando nella nostra gamma. Anche se l'elettrico per ora è più spinto dalle normative che non dalla domanda effettiva.

Lei ha detto che Hyundai, in Europa, deve superare qualche rivale nella classifica di quote di mercato. Da cosa dipenderà questo sorpasso? Dal giusto mix energetico o serve ritoccare la gamma di modelli?

Va rivisto tutto. Hyundai ha fabbricato la sua prima macchina nel 1975. In 50 anni è diventato il terzo gruppo mondiale in termini di vendite. Con i tre marchi Hyundai, Kia e Genesis, siamo il terzo gruppo in America. Siamo sul podio anche in India, ma non lo siamo in Europa. Siamo convinti che c'è un'opportunità di crescere, un potenziale che non abbiamo ancora espresso. Ed è l'obiettivo è del nostro piano. Un piano su 5-10 anni, in cui dobbiamo crescere in Paesi in cui non siamo nemmeno nella top 15. E qualcosa di più possiamo fare anche nel mercato delle flotte. Oppure nel segmento E, dove siamo presenti ma, oggi, totalmente invisibili, pur avendo un prodotto all'avanguardia come Ioniq 9. Dobbiamo essere capaci di andare a prendere clienti che non avrebbero mai pensato di prendere una Hyundai. È un piano a 360 gradi, richiederà un po' di tempo. Ci sono tante cose da fare, ma è ambizioso e interessante.




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