Il problema autovelox in Italia era e resta senza soluzione, anche durante l'esodo estivo. La questione esiste dal 1993, ossia dalla nascita del nuovo Codice della strada, ma è tornata alla ribalta con l'ordinanza della Cassazione 10505/2024 di aprile secondo cui i rilevatori vanno omologati in base all'articolo 142 dello stesso Codice: non basta l'approvazione degli apparecchi, indicata da varie circolari ministeriali, che sono fonti gerarchicamente inferiori alla legge. In quasi un anno e mezzo, la Suprema Corte è tornata parecchie volte sul tema, confermando il principio.
Confusione. Mentre rimangono le due interpretazioni, molti autovelox (non tutti, perché alcuni Comuni li hanno spenti) continuano a funzionare e a multare. Diversi automobilisti (non tutti) vincono i ricorsi ai Giudici di pace, sulla scorta dell'articolo 142 del Codice della strada e delle ordinanze della Cassazione.
Come se non bastasse… Secondo il Codacons, tutti i rilevatori andranno spenti il 18 ottobre 2025. Infatti, il decreto Infrastrutture (legge 105/2025) stabilisce l'obbligo in capo a Comuni, Province e Regioni di censire e comunicare al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti i dispositivi presenti sui rispettivi territori. “Condizione necessaria ai fini del legittimo utilizzo delle apparecchiature”, dice il dicastero. Gli enti locali tuttavia, aggiunge l'associazione, non possono rispettare l'obbligo di censimento, perché mancherebbe il decreto attuativo da adottare entro il 19 agosto (essendo la legge entrata in vigore il 20 luglio) che fornisce il modulo digitale indispensabile per comunicare i dati. Dopodiché, le amministrazioni avranno 60 giorni per fornire le informazioni sugli autovelox: se no, dovranno disattivare gli strumenti.