Ogni agosto, nella baia di Monterey, in California, Pebble Beach si trasforma nel punto di convergenza del lusso su quattro ruote. Il?Concours d'Elegance, appuntamento conclusivo della Monterey Car Week, è molto più di una sfilata di auto d'epoca: è il termometro di un intero settore, dove si leggono tendenze, si misurano valori e si osserva da vicino il comportamento dei grandi investitori e collezionisti. In un momento in cui il mercato globale dell'auto vive un'evidente fase di transizione, Pebble Beach continua a rappresentare un riferimento assoluto per chi cerca esclusività, autenticità e capitale emozionale.
A differenza di altri eventi, qui il denaro non è solo il mezzo, ma spesso anche il messaggio. Le aste che si tengono nei giorni precedenti – RM Sotheby's, Gooding & Co., Bonhams – generano ogni anno un volume d'affari vicino ai 400 milioni di dollari. Eppure, il 2024 ha segnato una flessione: meno vendite record, più auto rimaste invendute, segnale che anche tra i top buyer il tempo della spesa senza filtri sta lasciando spazio a una selettività maggiore. Le vetture realmente rare, autentiche e con una storia verificabile – spesso prebelliche o protagoniste di una certa era sportiva – restano le più ambite. Ma l'asta non è più una passerella per qualunque supercar con il logo giusto sul cofano.
In parallelo, Pebble Beach è anche la piattaforma ideale per le Case che vogliono rafforzare la propria identità premium. Negli ultimi anni, marchi come Bugatti, Aston Martin, Lucid, Koenigsegg e Lamborghini hanno scelto la Car Week per presentare modelli in edizione limitata, one-off, concept ad alto contenuto tecnologico. Non è un caso: il pubblico presente – investitori, imprenditori, collezionisti, Vip – rappresenta un target chiave. Ma è anche un pubblico esigente, che chiede storytelling, unicità e posizionamento coerente con il contesto. L'automobile, in questo scenario, non è solo un bene di lusso: è un veicolo di rappresentazione. Per chi la possiede, è status e investimento. Per chi osserva, è desiderio e cultura. La distanza economica resta evidente, ma non impedisce al grande pubblico di seguirne le vicende attraverso media, social e racconti visivi. Il fascino di Pebble Beach sta anche qui: nonostante l'accesso riservato e l'alto profilo, continua a essere percepita come la “Settimana della Moda” dell'auto, dove i modelli del passato dialogano con le suggestioni del futuro.
Un dato interessante riguarda proprio questo passaggio generazionale: il collezionismo si sta lentamente aprendo a nuove categorie. Modelli anni '80 e '90 stanno guadagnando centralità, mentre iniziano a comparire – seppure con cautela – prototipi elettrici, restomod e concept che anticipano un'estetica diversa. Non è da escludere che nei prossimi dieci o quindici anni, le classi tematiche del concorso includano anche auto nate da materiali compositi, software e piattaforme digitali. Il mercato si adatta, e Pebble Beach, pur conservando l'aura tradizionalista, e ancora molto lontana dall'offrire passerelle ai costruttori cinesi – vedi Goodwood festival of speed – inizia a fare spazio alla contemporaneità.
In definitiva, la Monterey Car Week – e Pebble Beach in particolare – rappresentano un osservatorio privilegiato su ciò che il lusso automobilistico è oggi e su come potrebbe evolvere. Qui si capisce non solo dove si spendono i soldi, ma anche come cambia il rapporto tra auto e status, tra design e investimento, tra bellezza e valore. Un ecosistema autoreferenziale, sì, ma anche un indicatore preciso di dove il mondo del lusso sta andando. E se l'automobile ha ancora un ruolo simbolico nella società globale, Pebble Beach continua a esserne uno degli epicetri.