Dell'abolizione del superbollo, o comunque di una sua profonda revisione, se ne parla ormai da diversi anni, ma finora non c'è mai stato nulla di concreto, se non tentativi presto abortiti a causa delle difficoltà dei vari governi che si sono avvicendati nel tempo a trovare le adeguate compensazioni fiscali. Ora, qualcosa inizia a muoversi, anche per volontà del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che da mesi sta spingendo per mettere mano all'imposta. Infatti, secondo nostre ricostruzioni, sul tavolo del governo sarebbero arrivate due "ipotesi di rimodulazione" del superbollo (è aggiuntiva rispetto al normale bollo, riguarda le auto di potenza superiore ai 252 cavalli ed è fissata in 20 euro per ogni kW oltre i 185).
Le due ipotesi. Per comprendere al meglio, bisogna partire dall'ammontare del gettito fiscale garantito dal superbollo: oggi è pari a 268 milioni di euro circa. La prima ipotesi, su cui stanno lavorando i tecnici dei vari ministeri interessati, prevede di alzare la soglia di pagamento a 200 kW. In tal caso, gli incassi per l'Erario scenderebbero a circa 214 milioni, per una perdita di 54 milioni. Nella seconda ipotesi, invece, la soglia sale ulteriormente, fino a 225 kW, e, ovviamente, anche il mancato incasso, che arriverebbe a 116 milioni. Tuttavia, le simulazioni dei tecnici includono anche degli effetti positivi dalla revisione dell'imposta. Infatti, la sua rimodulazione comporterebbe un aumento delle vendite di vetture oggi gravate dalla tassa aggiuntiva. Nella prima ipotesi, si potrebbero avere maggiori immatricolazioni per oltre 7 mila unità, che andrebbero a generare fino a 130 milioni di Iva aggiuntiva. Nella seconda si avrebbero oltre 12 mila targhe in più ed entrate supplementari per più di 230 milioni di euro. Dunque, in entrambi i casi le maggiori entrate prodotte dalla crescita delle vendite compenserebbero i minori incassi determinati dalla detassazione. A tal proposito va anche ricordato quanto affermato da Salvini all'Automotive Dealer Day di Verona sulla questione delle coperture fiscali: "Il problema non è trovare 200 milioni di copertura perché possiamo coprirli immediatamente anche con un decreto ministeriale".
I tempi. Detto questo, i tecnici stanno anche lavorando sulla tempistica della rimodulazione e, in particolare, sullo schema a più fasi anticipato sempre dal ministro dei Trasporti. Salvini, infatti, ha indicato la possibilità di una graduale revisione "in due step o tre". Al momento, si sta pensando di procedere proprio in due fasi, ognuna corrispondente alle ipotesi sul tavolo. Per esempio, nel 2026 potrebbe pagare il superbollo solo il proprietario di un'auto di potenza superiore a 200 kW, mentre nel 2027 la soglia salirebbe a 225 kW. Ovviamente, sarebbe necessario indicare nelle leggi di bilancio i potenziali costi a carico dello Stato. Nel 2026 tale costo sarebbe, per l'appunto, di 54 milioni, mentre nel 2027 sarebbe di 62 milioni (i 116 milioni di mancato gettito detratti i 54 milioni del 2026). Tra l'altro, lo scenario che emerge dalla nostra ricostruzione conferma l'intenzione di Salvini di chiudere la questione entro la fine dell'estate e quindi in tempo per inserire un'ipotesi di rimodulazione nella prossima legge di bilancio.