L'ennesimo ordine esecutivo firmato da Donald Trump per imporre dazi a decine di Paesi sembrava non contenere grosse sorprese per l'Unione europea, in particolare rispetto a quanto concordato in Scozia con il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Tuttavia, nel corso della giornata è emerso un giallo in piena regola su uno dei settori maggiormente esposti alle nuove politiche protezionistiche americane: il comparto automobilistico, destinato a rimanere ancora nel limbo dell'incertezza.
Nessuna riduzione? Infatti, l'ordine esecutivo conferma a grandi linee l'accordo con von der Leyen, a partire dai dazi reciproci del 15%, ma, secondo alcuni funzionari dell'Unione europea, le nuove aliquote non si applicherebbero alle auto. In particolare, l'ordine non attuerebbe ancora l'impegno a ridurre proprio al 15% i dazi stabiliti su auto e componenti e non includerebbe diverse esenzioni stabilite in Scozia, a partire da quelle su prodotti strategici come gli aerei. Dunque, sembra che per il momento il settore debba ancora sottostare alla tariffa del 27,5% (il 25% aggiuntivo al 2,5% in vigore prima dell'insediamento di Trumo), un'aliquota ben più alta del 15% concordato. Non sono, dunque, un caso le parole del commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic: "I nuovi dazi statunitensi riflettono i primi risultati dell'accordo Ue-Usa". Per questo i funzionari di Bruxelles si aspettano ulteriori ordini esecutivi e, soprattutto, maggiori dettagli. Anche perchè le nuove aliquote saranno applicate a partire dal 7 agosto prossimo. Insomma, la questione è ancora avvolta dall'incertezza più assoluta. A tal proposito, non va trascurata la reazione negativa dei mercati finanziari agli ultimi sviluppi. Infatti, le principali borse europee hanno chiuso tutte in pesante ribasso: -2,9% per Parigi, -2,7% per Francoforte e -2,55% per Milano, mentre Londra ha contenuto le perdite allo 0,7%.