La crescita cinese è ormai senza freni


Data inizio: 23-07-2025 - Data Fine: 23-09-2025


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L'ascesa dei costruttori cinesi in Europa sarà anche una storia che si ripete, come dicono tanti manager. Intanto, però, la loro crescita appare inarrestabile: secondo le ultime elaborazioni della Jato Dynamics, nei primi sei mesi dell'anno i marchi del Dragone hanno messo a segno un aumento delle vendite a tripla cifra e hanno quasi raddoppiato il loro peso sul mercato europeo.

I dati dell'invasione. In particolare, i brand del Dragone hanno registrato una crescita dei volumi del 91% a 347.135 unità, raggiungendo una quota record del 5,1% (era il 2,7% un anno fa). L'ascesa dei cinesi, legata sempre meno a marchi europei di loro proprietà (le vendite di realtà come Volvo o Polestar sono scese dell'11% a 200.454), è ancor più significativa alla luce di un mercato in fase di deterioramento: a giugno, le immatricolazioni sono scese del 4,4% a 1.250.868 unità, portando in territorio negativo il consuntivo semestrale (-0,3% a 6.844.426 unità). "Alla base del declino ci sono i prezzi persistentemente elevati, le tensioni geopolitiche ed economiche con i partner commerciali europei e la realtà del mercato post-pandemico", spiega l'analista Felipe Munoz, sottolineando come la sola Europa occidentale abbia "perso l'equivalente di oltre 2,5 milioni di vendite annuali dal 2019". E il primo semestre mostra già un divario di ben 1,56 milioni di veicoli.

I brand al top. In un contesto operativo sempre più complesso e caratterizzato da un'intensificazione della concorrenza, i cinesi sono ormai entrati in corsia di sorpasso. Con il 5,1% del mercato, si piazzano appena al di sotto del 5,2% della Mercedes e staccano ampiamente la Ford, ferma al 3,8%. Tra i vari marchi, spiccano BYD, Jaecoo, Omoda, Leapmotor e Xpeng. BYD, anche grazie a una strategia di prezzo particolarmente aggressiva, ha immatricolato nel primo semestre 70.500 unità (+311%) e solo a giugno è arrivata a 15.565 vetture, entrando a far parte dei 25 marchi più venduti e superando Suzuki, Mini e Jeep: la regina della BYD è la Seal U DM-i, diventata l'ibrida plug-in più venduta insieme alla Volkswagen Tiguan. Anche Jaecoo e Omoda hanno beneficiato delle loro Phev, capaci di raggiungere il 29% delle immatricolazioni aggregate di giugno, mentre i modelli a combustione interna sono stati il 63% del totale. Sempre a giugno, la Leapmotor ha immatricolato oltre 8.300 veicoli, mentre la Xpeng si è affermata come il marchio automobilistico cinese di fascia alta di maggior successo in Europa, con 8.338 unità targate nella prima metà dell'anno, di cui ben 5.615 ascrivibili alla G6

Occidente in difficoltà. Evidentemente, i cinesi stanno anche approfittando dei problemi di europei, giapponesi, coreani e americani. Tra i costruttori maggiormente in difficoltà, Jato cita il gruppo Stellantis, sceso nel semestre al 15,3% del mercato in scia a un calo dei volumi dell'8,6%. A proposito, Munoz sottolinea come molti dei problemi di Stellantis siano dovuti "alla crescente attenzione del gruppo per i veicoli elettrici, solitamente più costosi dei modelli con motore a combustione interna nel mercato delle auto nuove". E poi c'è Tesla: la Casa di Elon Musk ha registrato il secondo calo più significativo della quota semestrale (dal 2,4% all'1,6%) e, per la prima volta, è stata superata dalla MG. "Finora, la nuova Tesla Model Y non è riuscita a garantire l'incremento di vendite previsto per il marchio", osserva l'analista. "Allo stesso tempo, la concorrenza di BYD e del Gruppo Volkswagen sta rendendo più difficile per Tesla mantenere la sua posizione di leadership". Nel mercato delle Bev, la Tesla è stata infatti superata dal Gruppo Volkswagen, da Stellantis e dal Gruppo BMW, nonostante il buon andamento generale delle targhe: le elettriche, grazie a un +25%, hanno superato per la prima volta la soglia del milione di immatricolazioni (1.193.397 unità), raggungendo il 17,4% del totale (+3,6 punti). Tesla può comunque consolarsi proprio con la Model Y, la Bev più venduta sia a giugno, sia nel semestre.




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