Il 18 luglio scorso si è spento Shunsaku Tamiya, figura quasi mitologica nel mondo del modellismo. Aveva 90 anni e con lui se n'è andato un simbolo vivente della qualità e della passione che hanno fatto la storia del brand giapponese Tamiya.
Di padre in figlio. Per capire chi fosse davvero Shunsaku Tamiya bisogna tornare al 1946, quando il padre Yoshio fonda a Shizuoka la Tamiya Shoji & Co. Inizialmente un piccolo opificio, nel 1948 si specializza in modelli navali e aeronautici in legno. La svolta arriva nel 1960 con il primo kit in plastica: la corazzata Yamato in scala 1/800. Ma è il carro armato Panther 1/35 motorizzato, lanciato nel 1962, a segnare l'inizio di una nuova era per il modellismo, con una serie di veicoli militari che faranno scuola.
L'espansione. Nel 1977 Shunsaku diventa presidente, e dal 1984 anche CEO. È lui a imprimere la svolta globale all'azienda, con il motto “First in quality around the world”. Sotto la sua guida nascono i kit radiocomandati, le Mini 4WD e una rete internazionale che trasforma Tamiya in un colosso del settore. Negli anni 80 e 90 l'azienda si espande con stabilimenti in Giappone, Filippine, Europa e USA, vendendo centinaia di migliaia di kit ogni anno.
L'eredità di Shunsaku San. La scomparsa del re del modellismo ha colpito profondamente la community. Tamiya USA lo ha ricordato con due parole, “passione e leggenda”. Chi lo ha incontrato al Shizuoka Hobby Show lo ricorda con il sorriso e la disponibilità di chi ha fatto del modellismo un'arte accessibile a tutti. Dai grandi appassionati ai più giovani, ogni kit racconta una storia fatta di pazienza, cura e creatività. Shunsaku, seguendo le orme del padre Yoshio, ha trasformato un sogno artigianale in un patrimonio mondiale. Dal primo luglio, il testimone è passato a Nobuo Tamiya, già Managing Director. Ma l'impronta di Shunsaku resterà in ogni scatola, in ogni istruzione, in ogni modellino.