Cambia il calcolo della quota Nissan: perdite per 10 miliardi


Data inizio: 01-07-2025 - Data Fine: 01-09-2025


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La partecipazione detenuta dalla Renault nel capitale della Nissan continua ad avere un impatto negativo sul bilancio della Losanga. Lo dimostrano le conseguenze di una decisione di natura contabile presa dalla società di Boulogne-Billancourt: dal 30 giugno, è stata apportata una modifica al metodo di contabilizzazione delle azioni della Casa di Yokohama in base alla quale si passerà da un'imputazione con il metodo del patrimonio netto a una basata, sostanzialmente, sulle valutazioni di borsa. La conseguenza? I francesi sono costretti a iscrivere nel conto economico una perdita di quasi 10 miliardi di euro.

Il nuovo trattamento contabile. Dopo gli accordi di riequilibrio dell'Alleanza, la Renault non possiede più il 43,4% della Nissan. Tale quota, infatti, è stata progressivamente ridotta e in parte conferita a un fondo fiduciario. Oggi, in virtù anche delle operazioni di buy-back effettuate dai giapponesi, con relativa cancellazione di parte delle azioni riacquistate, la Losanga detiene il 17,05% della Nissan in via diretta e un ulteriore 18,66% tramite un trust di diritto francese, per un totale del 35,71%. Ed è proprio questa quota che ora verrà trattata, dal punto di vista contabile, come "un asset finanziario valutato al fair value" sulla base del valore della quotazione delle azioni Nissan sulla Borsa di Tokyo. Del resto, l'adozione del nuovo trattamento contabile deriva "dalle recenti modifiche delle modalità utilizzate da Renault Group per esercitare i diritti relativi alla sua partecipazione in Nissan" (i diritti sono stati neutralizzati per le azioni conferite al trust): in altre parole, la modifica contabile certifica la perdita del controllo da parte dei francesi sull'azienda giapponese e quindi la necessità di abbandonare il metodo del patrimonio netto, usato generalmente proprio per trattare quote di controllo, per passare a un calcolo tipico di partecipazioni di natura esclusivamente finanziaria.

Le conseguenze. Ovviamente c'è anche un impatto: a Boulogne-Billancourt saranno costretti a contabilizzare una perdita per ora stimata in 9,5 miliardi di euro (corrisponde alla differenza tra il valore contabile della partecipazione prima del 30 giugno ed il fair value stimato in base alla quotazione delle azioni Nissan al 30 giugno 2025, a cui si aggiunge l'impatto a conto economico delle riserve di conversione e delle coperture di investimento netto legate ai titoli contabilizzati con il metodo del patrimonio netto). Ovviamente, si tratta di un impatto di natura non monetaria, ma esclusivamente contabile. Infatti, la Renault ha precisato che la perdita sarà registrata nel conto economico, principalmente in "altri proventi e oneri di gestione", senza alcun riflesso sulla cassa e il calcolo dei dividendi. Detto questo, la crisi della Nissan ha ormai riflessi sempre più importanti per la Renault: la perdita di 9,5 miliardi si aggiunge ai 2,2 miliardi di "contributo negativo all'utile netto del Gruppo Renault per il primo trimestre 2025" a causa delle perdite registrate dalla Casa giapponese. Pertanto, nei primi sei mesi dell'anno, i francesi hanno già contabilizzato quasi 12 miliardi di euro di oneri per effetto della crisi del costruttore di Yokohama. A ogni modo, la modifica consente alla Renault di alleviare proprio questi impatti negativi, perché nei prossimi mesi "qualsiasi variazione del fair value della partecipazione in Nissan sarà contabilizzata direttamente nel patrimonio netto, senza impatto sul risultato netto".

Nessun impatto industriale. In tal modo, il valore delle azioni Nissan iscritto a bilancio sarà sempre allineato alle quotazioni di Borsa e quindi Renault non dovrà riflettere nel suo conto economico anche le perdita contabili dell'alleato nipponico. La modifica ha quindi effetti più che altro contabili. La società francese ha escluso qualsiasi cambiamento agli "impegni strategici ed operativi" tra i due alleati. "Entrambi i partner continueranno a lavorare su programmi comuni di sviluppo industriale e tecnologico, come dimostrato dai nuovi progetti strategici annunciati il 31 marzo 2025", ha spiegato la Losanga. "Da queste iniziative si evince un rapporto basato su decisioni pragmatiche e business-oriented, a riprova della volontà condivisa di trarre il massimo dalle sinergie e creare valore per entrambe le aziende, consentendo loro di mantenere flessibilità ed efficienza nelle rispettive operazioni".




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