Quello appena passato è stato un fine settimana memorabile per l'automobilismo italiano. Con trionfi di piloti tricolore in tutto il mondo. In Germania, alla 24 Ore del Nürburgring, Raffaele Marciello è salito sul gradino più alto del podio. Negli Stati Uniti, alla Pikes Peak International Hill Climb, Simone Faggioli è entrato nella storia vincendo la cronoscalata e staccando di cinque secondi la Ford Super Mustang Mach-E da oltre 1.400 CV guidata da un certo Romain Dumas, specialista di questa corsa. In Italia, invece, si è corsa la 1000 Miglia, vinta nella sua rievocazione storica da Andrea Vesco e Fabio Salvinelli su un'Alfa Romeo 6C 1750 SS del 1929. E pure noi di Quattroruote, nel nostro piccolo, abbiamo preso parte a questo fine settimana di trionfi italiani, vincendo per la terza volta la 1000 Miglia Green.
Come le storiche, o quasi. Una piccola goccia in un oceano di competizioni, ma che per l'automobilismo è una finestra sul futuro. O almeno, una visione parziale di quello che verrà. La 1000 Miglia Green è infatti la controparte a zero emissioni della rievocazione storica: si corre ogni anno negli stessi giorni e sullo stesso tracciato della Freccia Rossa, con le stesse identiche prove cronometrate e di media (escluse quelle del pomeriggio). In pratica, è una 1000 Miglia moderna, dove ad affrontarsi sono solo automobili elettriche. Noi, come avrete visto dai nostri canali social, l'abbiamo corsa con una Polestar 4 a trazione posteriore, un modello che abbiamo scelto per la sua elevata autonomia (molto utile su una gara lunga come questa): 503 chilometri in media secondo il nostro Centro prove. Ciò ci ha consentito di caricare poche volte durante il nostro viaggio, senza mai dover attendere il rifornimento completo (oltre il 90%, la velocità di ricarica cala drasticamente) e senza mai avere nemmeno l'ombra di una possibile ansia da autonomia.
Prima al traguardo. Comoda e spaziosa, ha consentito al sottoscritto e a Federico Giavardi, che mi faceva da navigatore, di completare il percorso da Brescia a Roma e ritorno senza particolari affanni (fatta eccezione per la sveglia prima delle 4 del mattino, visto che il convoglio della Green parte prima delle storiche) e di affrontare tutte le prove cronometrate con la giusta concentrazione. Fin dalla prima prova con i pressostati (dei "tubi" che rilevano il passaggio delle ruote e che consentono di calcolare il tempo di percorrenza al centesimo di secondo) abbiamo iniziato ad accumulare un vantaggio sugli altri equipaggi in gara, incrementandolo di giorno in giorno fino ad arrivare al traguardo di Brescia con 22.936 punti, lasciandone sul percorso almeno un paio di migliaia per impedimenti causati da equipaggi non in gara che abbiamo deciso di non reclamare con la direzione. Dietro di noi si è classificata la Lotus Eletre dell'equipaggio composto da Simone Costantini e Andrea Aldini (17.530 punti), mentre sul gradino più basso del podio è salita la Denza Z9 di Daniel Morelli e Matteo Ferraglio.