Angelo Sticchi Damiani esce sconfitto anche davanti al Consiglio di Stato: il 19 giugno, con l'ordinanza 4309/2025, i giudici hanno respinto il ricorso presentato contro la sua decadenza da presidente dell'Aci, sancita per decreto dal governo Meloni con la contestuale nomina del generale Tullio Del Sette quale Commissario straordinario. Si conferma quindi l'ordinanza cautelare 2503/2025 del Tar Lazio nella fase iniziale. Secondo il Consiglio, infatti, l'interesse pubblico alla stabilità dell'ente prevale rispetto al diritto a concludere il mandato: il principio del buon andamento amministrativo (articolo 97 della Costituzione) s'impone sulla deroga personale.
No al poker. Tutto ruota attorno all'interpretazione dell'articolo 6 della legge 14/1978, chiarita dal legislatore attraverso l'articolo 7 del decreto 208/2024, convertito in legge a febbraio 2025: questo limita a tre i mandati consecutivi alla guida di enti pubblici aventi natura di federazione sportiva, con Sticchi Damiani giunto al quarto. Si attendono ora le scadenze istituzionali con le elezioni federali. Tuttavia, la vicenda legale forse non è ancora conclusa: “Le spese della presente fase cautelare debbono essere compensate, tenendo conto della complessita` delle questioni giuridiche dedotte”, scrive il Consiglio di Stato.