Nell'avvicinamento alla 24 Ore di Le Mans, tappa regina del Wec, in programma il 14-15 giugno, incontriamo i vertici della squadra Ferrari: Antonello Coletta, Global Head of Endurance and Corse clienti e l'ingegner Ferdinando Cannizzo, Head of Endurance Race cars. Ecco le loro considerazioni.
A Spa avete corso molto bene, pur svantaggiati. E a Le Mans che cosa accadrà?
Di sicuro arriviamo con molta pressione e nello stesso tempo con i favori del pronostico, perché abbiamo vinto le ultime due edizioni della “24 Ore” e le prime tre gare del campionato. Queste ultime sembra le abbiamo dominate, invece sono state sofferte, soprattutto l'ultima. Spa l'abbiamo conquistata di strategia, senza sbagliare nulla. A Le Mans non resta che fare il massimo, ma sono convinto che qualche brand dimostratosi meno competitivo finora, lo sarà invece in Francia.
Qualcuno potrebbe aver fatto pretattica… per esempio Porsche…
Probabile. Di sicuro saremo tutti là, i nostri competitor sono cresciuti tantissimo. Se gli altri non sono riusciti a batterci finora, è forse perché hanno sbagliato più di noi. Sono in molti a poter vincere, saranno i dettagli a fare la differenza.
Avete cambiato approccio alla fine del 2024 nello studiare e sviluppare l'auto. È stato questo a farvi partire così bene quest'anno?
Abbiamo una LMH che è più complessa di una LMDh, quindi abbiamo speso molto tempo per cercare l'affidabilità e capire al meglio la nostra macchina. I nostri competitor nella LMH sono Toyota, Peugeot e ora Aston Martin. Adesso finalmente ci siamo concentrati nel migliorare l'auto anche come setup, la conosciamo meglio e stiamo mettendo a terra ciò che prima non eravamo riusciti a fare.
Nel 2023 e '24 siete partiti molto bene, per poi fare più fatica nella seconda parte dell'anno, come in Brasile e al Fuji. Questa volta sarà diverso?
Credo che miglioreremo di sicuro anche in quelle gare, è chiaro che rimarrà sempre, penso, un gap con chi ha una configurazione di vettura più idonea a quel tipo di circuiti. Se noi riusciremo a prendere parecchi punti a Le Mans, sarà più facile gestire la seconda parte del campionato. In caso opposto, bisognerà ripartire da zero, o quasi, non ci voglio neppure pensare. Ora siamo focalizzati gara per gara. L'anno scorso la 24 ore è finita quasi come un gran premio…
Quando avete realizzato di aver compiuto quello step che vi ha consentito di essere in testa alla classifica piloti e costruttori?
Abbiamo sezionato il campionato scorso, analizzando curva per curva, settore per settore, cercando di individuare cosa ci mancava: prestazione in frenata, percorrenza curva, grip, downforce, accelerazione. Dopo il Fuji abbiamo dato un impulso fortissimo a questa analisi, perché già in Qatar non eravamo contenti, come al Fuji, e in Brasile avevamo qualcosa da sistemare, anche perché aveva esordito il nuovo “joker” (upgrade tecnico, ndr).
Ecco, il “joker” ha avuto un peso in tutto questo?
Sì, gara dopo gara ci ha dimostrato che lo sviluppo seguito sistemava il raffreddamento freni, ma dava pure un buon bilanciamento alla vettura. Era quello che volevamo. Ci siamo messi subito al lavoro, perché il tempo era poco per ridurre il gap e migliorare in tutte quelle aree individuate.
E nello specifico, che cosa avete migliorato?
Da un lato gran parte del lavoro ha coinvolto i controlli vettura, dall'altro, forse ancora più importante, abbiamo rimesso in discussione il modo di fare i setup, un po' di approccio. Il che ci ha portato ad avere in queste prime tre gare altrettante impostazioni di setup diverse che si sposavano bene con le caratteristiche del Qatar, circuito molto liscio e piatto, con quelle di Imola che invece è un saliscendi con cordoli importanti, e di Spa, pista forse più tecnica, combinazione tra il settore 2 molto lento e altri super veloci. Questo ci ha dato la possibilità di capire meglio le potenzialità dell'auto e di imparare a diversificare gli assetti con più coraggio di prima. Poi, altra cosa: a Spa abbiamo fatto primo e secondo con due strategie completamente diverse. Molto importante per avere più strumenti a disposizione.
E la gara di Le Mans come te la immagini?
Sicuramente sarà più difficile, perché il numero di competitor è cresciuto e soprattutto la competitività dei nostri avversari è molto alta.
Per chi non conosce la pista francese, come la definiresti?
È un circuito con, di fatto, quattro rettilinei sui quali efficienza e potenza pagano tantissimo. Poi c'è un'altra parte un pochino più guidata, quella delle velocissime curve Porsche, dove invece il carico aerodinamico è importante. In teoria non puoi viaggiare troppo scarico, per non incidere sul degrado gomme. In altre zone invece devi stare attento a non prendere troppo i cordoli, perché puoi fare danni. L'asfalto? Non è molto abrasivo, tanto che si possono fare due o tre stint con le stesse gomme (soft e medie), soprattutto di notte, quando le temperature scendono.
Ultime tre curiosità: il regime del motore termico viene leggermente ridotto per la “24 ore”? C'è la servoassistenza? E la retrocamera?
No, perché i nostri motori sono progettati per girare più di 24 ore. La servoassistenza allo sterzo c'è, mentre non abbiamo retrocamera, a differenza delle più lente GT.