Mille chilometri attraverso la Cina - VIDEO


Data inizio: 09-05-2025 - Data Fine: 09-07-2025


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Il marchio Omoda, uno dei due creati in vitro dal gruppo cinese Chery per l'Europa, potrebbe non dire molto al grande pubblico, ma la situazione è destinata a cambiare in tempi brevi: insieme al gemello Jaecoo, il brand sta lanciando una sequenza di nuovi prodotti con cui intende scalare le classifiche di vendita. Ultimo – ma solo in ordine di tempo – è la 7, una Suv di taglia media che trova i suoi punti di forza nell'autonomia extra large e nell'avveniristico sistema di infotainment.

Ispirazioni evidenti, stile gradevole. Lunga 4,62 metri, larga 1,87, alta 1,59 e con un passo di 2,70 , la Omoda 7 si iscrive nella fascia alta del segmento C-Suv. E mostra uno stile con tocchi di dinamismo e ispirazioni a marchi più noti dalle nostre parti: spiccano la griglia a clessidra che fa il verso alle Lexus degli ultimi anni e il montante posteriore spezzato, che mette in mostra una certa prossimità alla Nissan Qashqai. Un insieme magari non originalissimo, ma rassicurante e anche gradevole.

Schermo scenografico. La parte migliore della realizzazione, però, sono gli interni: qui la Omoda 7 si fa notare per la qualità dei materiali, già all'altezza delle concorrenti nostrane, il gusto degli accostamenti cromatici e la piacevole sensazione tattile restituita dai comandi fisici. Ma è l'infotainment a fare scuola: uno schermone da 15,6" che grazie a un comando swipe trasla dal centro della plancia al lato del passeggero (e viceversa). Originale, innovativo e utile, mostra una volta di più la maturità delle Case cinesi sul fronte dell'elettronica di consumo onboard.

Come va. Una volta su strada, la Omoda 7 fa in fretta a mettere in mostra il suo carattere: prima di tutto confortevole, la nuova Suv della Chery non smentisce la tradizione cinese sul fronte del settaggio di telaio e sospensioni. L'assorbimento delle asperità e il confort acustico sono sempre di buon livello. Tratti tipici da stradista, ma non manca qualche neo qua e là: in piena accelerazione (e le prestazioni non mancano, con i 347 CV del sistema Super Hybrid) l'avantreno tende ad alleggerirsi, mentre gli Adas necessitano di un "fine tuning" prima dell'arrivo in Europa: sia per gli avvisi acustici, sia per gli interventi di correzione, un po' troppo invadenti per i nostri gusti.

Efficienza notevole. Il suo punto di forza resta tuttavia un altro: come sulla gemella Jaecoo 7, che nella nostra prova su strada ha toccato i 29,9 km/l, anche in questa economy run attraverso la Cina, il Super Hybrid (un plug-in che abbina un 1.5 quattro cilindri a ciclo Miller con un motogeneratore e una seconda unità elettrica di trazione) ha messo in mostra un'efficienza non comune. Grazie alla taglia della batteria (34,5 kWh) abbiamo percorso 114 km in elettrico (con un'andatura tranquilla in città) e non abbiamo fatto fatica a superare i 1.100 km di autonomia complessiva. Merito anche del termico, che anche dopo l'utilizzo autostradale non fa fatica a viaggiare al di sotto dei 6 l/100 km. Un bel biglietto da visita, in vista del lancio in Italia del prossimo autunno.




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