Effetto dazi: Volvo taglia posti e Ford alza i prezzi


Data inizio: 07-05-2025 - Data Fine: 07-07-2025


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Secondo Donald Trump, gli Stati Uniti sono ormai sulla strada di una nuova "età dell'oro" grazie a politiche economiche destinate ad aumentare l'occupazione o a mantenere bassa l'inflazione. Per ora, la realtà dei fatti dice altro: non solo gli ultimi dati macroeconomici dipingono un quadro sempre più fosco per via dei dazi voluti proprio dall'inquilino della Casa Bianca, ma pure le aziende stanno iniziando a reagire con modalità che contraddicono completamente la mirabolante narrativa del tycoon. Gli ultimi casi riguardano il settore automobilistico: la Volvo ha annunciato un taglio dei posti di lavoro nella Carolina del Sud, mentre la Ford ha deciso di alzare i listini statunitensi di diversi modelli prodotti nel vicino Messico.

Le iniziative di Volvo e Ford. In particolare, la Casa svedese ha annunciato modifiche alle attività produttive presso l'impianto di Charleston e il taglio di 125 lavorarori (il 5% dei 2.500 dipendenti) a causa delle mutevoli condizioni di mercato e degli ultimi sviluppi delle politiche commerciali statunitensi. La Volvo ha confermato il suo impegno di lungo termine negli Stati Uniti, ma ha sottolineato la necessità di bilanciare gli investimenti con l'esigenza di ridurre i costi. Tra l'altro, i tagli alla forza lavoro si aggiungono a quelli anticipati pochi giorni fa in occasione dell'annuncio di un piano di ristrutturazione volto a ottenere risparmi per 18 miliardi di corone svedesi (circa 1,8 miliardi di euro). Dal canto suo, la Ford ha inviato un avviso ai suoi concessionari per annunciare un rincaro fino a 2 mila dollari su alcune versioni di tre modelli prodotti in Messico: Mustang Mach-E, Maverick e Bronco Sport. L'aumento, che interesserà i veicoli assemblati dopo il 2 maggio e destinati ad arrivare nei saloni a fine giugno, è stato motivato con la tradizionale modifica dei listini di metà anno, ma un portavoce ha citato proprio i dazi del 25% sulle importazioni dall'estero tra le cause del rincaro e ha comunque evidenziato la decisione dell'Ovale blu di non "trasferire l'intero onere delle tariffe sui clienti". Detto questo, il listino ritoccato all'insù serve proprio ad affrontare barriere commerciali, destinate ad aver un impatto negativo sui conti aziendali: i vertici della Ford prevedono un aumento di costi per circa 2,5 miliardi di dollari solo nel 2025. Inoltre, hanno deciso di cancellare le previsioni finanziarie per colpa dell'incertezza generata dalle politiche protezionistiche della Casa Bianca.




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