Mentre il mercato dell'auto mette a segno il secondo incremento del 2025, il direttore generale dell'Unrae, Andrea Cardinali, punta il dito contro il cosiddetto tavolo automotive, che pare studiato apposta per non dialogare e per non trovare una sintesi.
Il dato di mercato più evidente di aprile è la crescita del 24% del noleggio a lungo termine a una quota superiore al 25%. L'Nlt è fuori dalla crisi?
Non saprei, le società indipendenti hanno perso il 14% nel mese e il 16% nel quadrimestre. Il NLT è trainato dalle società delle Case, cresciute del 71% in aprile e nei quattro mesi.
A proposito di noleggio, al tavolo automotive avete parlato anche del leasing sociale. Se ne sono perse le tracce...
Il tavolo non è un vero tavolo, attorno al quale ci siede e si discute. Il format è solo “teatrale”: sul palco c'è il ministero delle Imprese, rappresentato ai massimi livelli; di fronte, la platea. Il ministero espone fatti e intenti, gli invitati esprimono opinioni. Monologhi senza contraddittorio e senza sintesi. Per evitare le sedute fiume del passato, poi, la durata degli interventi è stata limitata a 60 secondi a testa. Difficile esprimere un concetto, figuriamoci articolare un discorso. Questo, perché la platea è foltissima. Oltre a sindacati e associazioni di categoria, che pesano in termini di occupati, fatturato e gettito fiscale, c'è una pletora di sigle alcune delle quali – con rispetto – rappresentano solo se stesse. Parliamo di quasi 60 soggetti, contro, per esempio, i 18 partecipanti allo Strategic Dialogue della Commissione Ue.
Una formula perfetta per non trovare una sintesi?
Sessanta opinioni diverse offrono il destro al governo per decidere liberamente. Prima, nel settore parlavano solo costruttori, componentisti e distributori. Dal 2019, col nefasto “uno vale uno”, siamo precipitati nella frammentazione, con tanta confusione e inconcludenza.
Eppure siamo il Paese che ha inventato la concertazione. Possibile che il tavolo sia ridotto a teatrino?
È un luogo di annunci, spesso anticipati dai media. Non solo: mentre la platea è ridondante, sul palco mancano alcuni attori-chiave. L'impostazione mono-ministeriale in un settore così trasversale è una grave tara, andrebbero coinvolti anche Mit, Mef e Mase: non si parla di veicoli industriali perché non c'è il Mit; non si parla di colonnine perché non c'è il Mase; gli stanziamenti non si discutono perché non c'è il Mef. Un'architettura con un quarto degli aventi titolo a decidere sembra studiata per non decidere. A marzo ho letteralmente implorato il governo di convocare un tavolo interministeriale sul fisco dell'auto aziendale, oggetto di una delega che dopo due anni scadrà ad agosto. Nessuna risposta.
Ma almeno il ministero ascolta?
Sì, ma i “giochi” si fanno in altre stanze. E in altri tavoli...
Si riferisce al tavolo Stellantis?
Quello è un tavolo vero, a cui siede solo chi di dovere, in cui si discute - anche di temi non pertinenti come gli incentivi - e si decide. Tant'è che i suoi esiti vengono poi riferiti al tavolo automotive.
Ma allora perché non lo aboliamo, questo “tavolo-non-tavolo”?
Con otto riunioni in quasi sei anni io lo farei. Ma è un'opinione del tutto personale.